L’Etna, chiamata “a Muntagna” dalla gente del posto non a
caso: è femminile, rappresenta “la Grande Madre”,
dispensatrice di vita e di morte, padrona dei nostri destini, Regina non
riconosciuta da una parte della Sicilia .
Ci fa ricordare, quando vuole la nostra fragilità
e precarietà dell’essere “umano” di fronte alla potenza ed
eternità dell’essere “vulcano”.
Approcciare questa montagna, questo vulcano di 3300 metri di
altezza, richiede molta attenzione e fatica, sia che si va a piedi che in bici, ma soprattutto timoroso rispetto.

Terreno sabbioso in alcuni punti, e sconnesso in altri , con fratture, campi di lava, emissioni solforose, a volte esplosioni improvvise, cambiamenti climatici e repentini, dove l’ essere pronto …e’ un qualcosa da mettere sempre in conto.

Per me l’etna e’ stata , ed e’ come una mamma.
Quando nel 2011 persi il lavoro per chiusura aziendale, le mie visite da dieci volte l’anno….diventarano cinque volte alla settimana.
Da quel momento…per me l’etna divento’ la mia casa.

Andavo ( e ci vado ancora oggi) in bici da corsa, a piedi e anche in MTB.
Fino al cratere…per vedere e sentire il suo respiro.
Tempo fa decisi…anche di fare un regno per ciclisti…..

Qualcosa dove il ciclista possa sentirsi a casa sua…e dove ogni tot km trova le tabelle di arrivo in cima…o quelle del ciclista in allenamento.
Tutto per la sicurezza!
L’etna per me…e’ stata fondamentale…per il periodo che passai…..senza dignita’ lavorativa…., lei mi abbraccio…per farmi passare quel tunnel buio….e per non farmi pensare al momento negativo….e trasformare la mia rabbia in piccole imprese personali.
Ancora sono in me ricordi per le volte che scalai l’etna sei volte in un giorno, unendo tutti i paesi Etnei che hanno una strada che porta in quota….in un unica impresa personale.
258 km per 7399 mt di dislivello in 11 ore e 15 minuti totali.
Quel giorno….il mio cuore si pote’ riempire di quella passione che a volte scaturiva in rabbia repressa.
L’etna…..la mia mamma capi’ quello che io volevo.
Ed è allora che iniziai un dialogo con la montagna. La
rispetti, in quanto essere vivente ben più antico e potente,
e le parli. La vivi, nei suoi rossi intensi, nei neri cangianti,
nelle forme antropomorfe o terribilmente inquietanti della lava
rappresa, nelle particelle di energia pura che ruotano nell’aria.
La vivi nel fumo che respiri quando ti avvicini ai crateri che, se
non lo conosci, potrebbe soffocarti, ma che è diventato
odore di casa per me.
E soltanto a chi la rispetta
veramente, si lascia fotografare come
una donna vanitosa, posa e cerca la luce migliore, crea
spettacoli-miracoli per chi sa vedere…..e a volte si veste di bianco con un cappello a forma di nuvole.
L’etna…la mia mamma….che mi ha guarito la prima volta….e che tante altre volte vado per farmi abbracciare.
So che lei vivra’ in eterno….e che io invece ho i giorni contanti…., ed e’ per questo che ogni minuto…., ogni ora….e ogni giorno per me e’ importante.
Vivere
sulle pendici di questa grande Madre ti consente di avere una
visione molto più ampia del senso della vita. E’ questa la
ragione per cui chi vive qui non ha paura: è già
grato di esistere…
Grazie Mamma Etna.